Deambulazione, equilibrio e postura. Tre capisaldi nella descrizione dell`obiettivita` neurologica di un paziente che andiamo a descrivere quando presidiamo un ambulatorio di Neurologia o piu` nello specifico dei disordini extrapiramidali. La valutazione della funzionalita` assiale rappresenta uno degli elementi piu` importanti nella diagnosi differenziale dei vari disordini extrapiramidali (ma anche cerebellari e midollari) e una sempre piu` crescente attenzione le e` stata anche riservata in altri disordini neurologici non prettamente “extrapiramidali” quali ad esempio la malattia di Alzheimer.

Nella didattica comune vengono presentati, tipicamente, I classici quadri clinici, come “andatura atassica”, “steppage”, “anserina”, “camptocormia”, generalmente accompagnati da video di pazienti con I classici segni di tali disfunzione, o addirittura goffamente mimati dai professori, anche se spesso tali anomalie soon evidenti nelle fasi piu` conclamate di malattia.

Ad un livello piu` approfondito, spesso lo specialista extrapiramidale (od un clinico ben allenato) che affianchiamo nelle rotazioni da specializzandi, durante le prime visite dei pazienti agli ambulatori specialistici ci segnala quali sono quegli indizi semeiotici che ci possono aiutare nella valutazione di un qualsiasi disturbo extrapiramidale e non. E cosi` facciamo “sfilare” il paziente nel corridoio, gli intimiamo degli stop improvvisi, gli facciamo svitare le lampadine, e cosi` via.

A tal proposito, voglio segnalarvi una review pubblicata quest`anno su Nature Perspective, dove vengono presentati tutte le componenti della mobilita` assiale ed I vari momenti in cui analizzarla (mentre Il paziente cammina, si siede, come siede, quando si alza, etc) con un focus specifico su tutti I piccoli indizi clinici (come anche Ia semplice ascoltare la “camminata” del paziente) che possono aiutare nell`indirizzare verso un tipo di disturb rispetto un altro.

Nell`era dei biomarcatori precoci di disfunzione (che siano di neuroimmagini volumetriche/ funzionali/metaboliche, liquorali, cinematiche and so on) ricordiamoci – come sempre piu` sottolineato dai grandi nomi del settore ai vari congress internazionali e non – che la diagnosi dei disturbi extrapiramidali (e quindi anche una loro esclusione a scapito di un altro sistema) si basa essenzialmente sulla valutazione clinica. Questo approccio “sign-based” di sicuro offre un valido aiuto per tutti quelli che si affacciano nell`affascinante mondo della Neurologia.

A tal proposito penso che le tabelle di questo articolo debbano rientrare nelle accoglienti tasche dei nostri camici (al pari delle tavole dei dermatomeri o della scala MRC) al fine di un rapido riconoscimento della disfunzione e dell`indirizzamento diagnostico.

https://www.nature.com/articles/nrneurol.2017.178

Francesco Di Lorenzo, Roma Tor vergata

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