Come ben saprete c’è una pandemia in corso, e più o meno tutti abbiamo subito, direttamente o indirettamente, le conseguenze di questo terribile evento.
In quanto medici, molti di noi si sono già “riciclati” nei reparti CoVid, e un nostro primo pensiero va quindi a tutti coloro che stanno combattendo il mostro da vicino.
Ma in quanto specializzandi e giovani neurologi, cosa possiamo fare, nello specifico, durante una pandemia?
Ecco, tanto per cominciare, potremmo studiare: questo virus, per quanto non sia il primo della famiglia con cui ci imbattiamo, è sostanzialmente uno sconosciuto. Protocolli urgenti e fake news si moltiplicano e accavallano ogni giorno in rete, e la Scienza, che difficilmente trova espressione nelle interviste e spazio nei social-network, ne sta uscendo alquanto ammaccata. Ovvio che in emergenza il doppio cieco non possa essere una strategia vincente, e benché il rigore da sempre si scontri con la fretta, tutti gli sforzi della società scientifica si stanno concentrando su questa unica grande sfida, e come è comprensibile, ognuno vuole fare la sua parte, anche se non può stare nei CoVid, anche se è obbligato a lavorare da casa.
Ecco che quindi, per capirci qualcosa in più, molti giovani si sono riuniti sotto la voce del gruppo AIRI (Associazione Internazionale dei Ricercatori Italiani), nello sforzo comune di analizzare, tradurre e rendere facilmente fruibile la letteratura sul Covid.
Per quanto riguarda la Neurologia, gli articoli per ora tradotti e riassunti sono appena un paio, di cui uno da parte della sottoscritta: siamo certi che ne usciranno altri a breve, e noi vi terremo ovviamente aggiornati. Nel frattempo, se vorrete leggerlo, potete trovarlo al link:
https://informa.airicerca.org/it/2020/03/18/neurologia-covid-19-e-targeting-sul-sistema-nervoso-centrale-distribuzione-nei-tessuti-interazione-ospite-virus-e-possibili-meccanismi-neurotropici/
Maria Tappatà (IRCCS Osp. Bellaria – Bologna)
