Commento all’articolo “Peripapillary retinal nerve fibre layer as measured by optical coherence tomography is a prognostic biomarker not only for physical but also for cognitive disability progression in multiple sclerosis (di Bsteh G. Et al. Multiple Sclerosis Feb 2019)”

Il decorso della sclerosi multipla è molto variabile da soggetto a soggetto e il rischio di disabilità futura è altamente imprevedibile. È chiaro quindi come ci sia un forte bisogno di biomarker affidabili in questo senso. La degenerazione retinica si verifica nella maggior parte dei pazienti, soprattutto in pazienti con maggior durata e gravità di malattia, e con marcata disabilità e atrofia cerebrale e si riflette nell’assottigliamento dello strato peripapillare di fibre retiniche (pRNFL), che può essere indagato con la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT). La letteratura ha dimostrato che vi è una correlazione tra la sottigliezza dello strato retinico peripapillare e l’impairment cognitivo dei pazienti con MS, anche se non ci sono studi longitudinali su questo argomento.

Questo lavoro si propone di validare la correlazione tra pRNFL e impairment cognitivo, usando un valore di cut-off recentemente proposto dalla letteratura. Si propone altresì di investigare il ruolo che può avere il monitoraggio del valore di pRNFL come biomarker di futura disabilità, attraverso uno studio longitudinale con un follow-up di 3 anni.

Complessa anche la metodologia utilizzata: restrittivi i criteri di inclusione ed esclusione, validi i test utilizzati per valutare la disabilità fisica (EDSS) e cognitiva (SDMT). Gli operatori che somministravano EDSS e SDMT erano blind per OCT e viceversa.

Questo studio dimostra che il valore di pRNFL, sia al basale che al follow-up, è predittivo di futura disabilità fisica e cognitiva. L’impatto clinico di questo studio è notevole: il valore di pRNFL può essere validato come biomarker.

Inoltre, il pRNFL diminuisce meno nei pazienti trattati con Natalizumab o Alemtuzumab rispetto a quelli trattati con Interferon e Glatiramer acetato, pertanto può anche essere usato con biomarker dell’efficacia della terapia, e può essere valutato tramite una metodica non invasiva come l’OCT.

Le limitazioni di questo lavoro, evidenziate dagli stessi Autori, quali la mancata valutazione degli strati gangliare e plessiforme interno della retina, la mancata valutazione di occhi con precedente Neurite Ottica, e la sola valutazione di pazienti con RRMS, non sono tali da orientare la mia scelta altrove.

Di Sandy Cartella – Catania

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi