Quasi contemporaneamente alle linee guida ESO (doi: 10.1177/23969873211012121) e dopo la recente review dell’ESC (doi: 10.1093/eurheartj/suaa162) sono uscite le raccomandazioni italiane sulla diagnosi ed il trattamento della patologia steno-occlusiva carotidea extra-cranica.

Il documento risulta ovviamente molto lungo e ricco di informazioni ma si possono evidenziare alcuni importanti “take home-message”

  • Per quanto riguarda la stenosi carotidea sintomatica le indicazioni limitano l’endoarterectomia ed in seconda scelta lo stenting alle lesioni comprese tra il 50 ed il 99%, da eseguirsi possibilmente entro la prima settimana dall’evento acuto (preferibilmente entro le 48h in caso di TIA)
  • Per quanto concernente la stenosi carotidea asintomatica le indicazioni sono limitate alle placche >70% in particolare quelle di grado più alto (80-99%) o con caratteristiche a rischio (coesistente lesione ischemica silente omolaterale, placca ulcerata o a rapida crescita, occlusione della carotide controlaterale, segnali microembolici al doppler trans-cranico). Per la metodica di scelta è preferita l’endoarterectomia rispetto allo stenting tranne per i soggetti ad alto rischio operatorio
  • Per le metodiche diagnostiche, l’utilizzo dell’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (l’ecoTSA) rappresenta un ottimo esame di primo livello, che può essere completato secondo necessità con una angio-TC od una angio-RM dei vasi extracranici. È invece di scarsa utilità l’utilizzo dell’ecoTSA nella popolazione generale come esame di screening. Risulta inoltre importante la valutazione del parenchima cerebrale (preferibilmente utilizzando metodiche di risonanza) per la stratificazione del rischio di ictus nelle stenosi asintomatiche e del rischio operatorio nelle stenosi sintomatiche
  • Nel paziente candidato alla rivascolarizzazione in elezione risulta indicata la valutazione clinica cardiologica (utilizzando anche modelli predittivi per la stratificazione del rischio cardiovascolare) allo scopo di valutare l’eventuale presenza di coronaropatia associata che modificherebbe l’iter diagnostico-terapeutico
  • Nel caso di restenosi significativa post-endoarterectomia (>50% nelle lesioni sintomatiche, >70% in quelle asintomatiche) è indicata la correzione chirurgica
  • La terapia medica risulta importante in particolare l’utilizzo di statine ed antipertensivi e la singola antiaggregazione; per quanto riguardo lo stenting la doppia antiaggregazione ha una durata di tre mesi dopo la procedura

Il documento completo può essere scaricato gratuitamente sia sul sito della SICVE (https://sicve.it/linee-guida/) sia sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (https://snlg.iss.it/wp-content/uploads/2021/10/LG-261-SICVE_Patologia-Carotidea.pdf)

Andrea Plutino

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